222-3Segnaliamo il terzo capitolo della trilogia di romanzi di Jaime Bayly,

“La canaglia sentimentale”,

pp. 432, € 16,00;
Sellerio Editore, 2010.

È infedele, vanitoso, brillante, divertente, imprevedibile, spaventato: il narratore-protagonista de “La canaglia sentimentale” è l’essere più contraddittorio che si possa immaginare. Uno però che sa ridere di se stesso.
“La canaglia sentimentale”, terzo romanzo pubblicato in Italia del peruviano Jaime Bayly, è un autoritratto, in cui l’io del narratore è come continuamente distratto a spostare lo sguardo da sé agli altri, mantenendo la stessa ironia e la stessa tenerezza. Jaime, il protagonista, lo abbiamo conosciuto, nei due primi romanzi, adolescente il cui «destino era scoprire l’amore nella persona di un uomo», e giovane lanciato tra scrittura e televisione alla ricerca di una definizione sia in amore che nell’arte. Ora è un quarantenne grasso, affermato, un pigro in perenne movimento tra Miami dove conduce un programma TV di successo, Lima dove vivono le sue figlie e Buenos Aires dove manda avanti il fiacco rapporto con il suo ragazzo. E in questo movimento, spaziale, su e giù per un’America continente unico, si inseriscono gli altri due moti perpetui che lo caratterizzano come personaggio comico: è un bisessuale, stanco di sesso, legato a un ragazzo, che però torna sempre nei luoghi delle sue donne; è uno scrittore dalla forte vocazione, ma che trae denaro, comodità e fama dall’intrattenimento televisivo. Contraddittorio, infedele, vanitoso, comodista, ma spinto dal sentimento verso gli altri, verso avventure e incontri, con la propensione all’equivoco comico e i personaggi paradossali. Sullo sfondo scorre la società dei sudamericani ricchi, con l’innesto di un way of life del Nordamerica nell’America del Sud, e i paradossi dell’opulenza, del consumismo e della velocità senza meta in una struttura lenta e povera. Una strana nuova società, in rapida e sconosciuta trasformazione, meticcia, fatta di enclave isolate e folle caotiche senza territori di mezzo; contrappuntata di non luoghi. In essa il protagonista avanza avventuroso, con la stessa curiosità divertita e la stessa assenza di aspettative che agitava la generazione beat, ma con gli aeroporti al posto delle stazioni di servizio. E lo sguardo è lo stesso che volge alle proprie figlie: «Non cerco di educarle o di insegnare loro qualcosa, né di impartire lezioni di disciplina o di rettitudine morale, tutte questioni di cui non ho la minima idea».
Il grande Bolaño cita Bayly tra gli «autori che si sono spinti più in là sulla frontiera del nuovo territorio da esplorare. Il territorio dove giacciono le ossa di Cervantes e di Valle Inclán, il territorio dei morti e dell’avventura».

http://sellerio.it/it/catalogo/Canaglia-Sentimentale/Bayly/1269

Bayly-JaimeJaime Bayly (Lima, 1965) è considerato tra i più innovativi scrittori latino americani, anche per la irriverente descrizione della classe dirigente cui appartiene.
Dopo aver abbandonato gli studi universitari, ha iniziato la carriera giornalistica presso il quotidiano La Prensa di Lima, passando poi a condurre programmi televisivi.
La sua prima opera letteraria,” No se lo digas a nadie” (1994, da cui è stato tratto l’omonimo film quattro anni dopo) ha suscitato un ampio scandalo in Perù. Nel suo romanzo d’esordio, ricco di riferimenti autobiografici, Bayly affronta apertamente i temi dell’omosessualità e della diffusione della droga tra le classi abbienti peruviane, considerati temi scabrosi e intrattabili. Tanto che la famiglia di Bayly tentò di impedire la pubblicazione del libro. Molte delle opere di Bayly girano attorno ai temi dell’omosessualità, della bisessualità. Oltre a costituire una affilata e irriverente descrizione dell’alta società peruviana, alla quale lo scrittore stesso appartiene. È soprannominato Il Bambino Terribile e La Chola Gayly.
Le opere di Bayly sono state pubblicate in Italia da Sellerio, tradotte da Angelo Morino.

https://it.wikipedia.org/wiki/Jaime_Bayly

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